Le infezioni correlate all'assistenza (ICA): una sfida sanitaria e legale

3 giugno 2025

Infezioni correlate all’assistenza (ICA): tra prevenzione, responsabilità e diritto al risarcimento

Le infezioni correlate all’assistenza (ICA), note anche come infezioni nosocomiali, rappresentano una delle principali criticità per i sistemi sanitari moderni. Si sviluppano durante o in seguito a un ricovero ospedaliero o a un trattamento sanitario, e non sono presenti né in incubazione al momento dell’ingresso del paziente nella struttura.

Secondo i dati del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), ogni anno in Europa si registrano oltre 4 milioni di casi di ICA, con un impatto diretto su morbilità, mortalità e costi sanitari. In Italia, si stima che le ICA colpiscano tra il 5% e l’8% dei pazienti ricoverati, con circa 11.000 decessi annui attribuibili a queste infezioni.

Una questione di prevenzione (prima di tutto)

Le ICA sono in larga parte evitabili. La loro prevenzione passa attraverso misure semplici ma rigorose: igiene delle mani, sanificazione degli ambienti, corretta gestione di dispositivi medici invasivi (come cateteri e ventilatori), protocolli antibiotici mirati e una formazione continua del personale sanitario.

Tuttavia, in molte strutture sanitarie italiane la prevenzione resta insufficiente. Manca personale, si sottovaluta l’impatto delle infezioni, e spesso i protocolli di controllo non vengono aggiornati o applicati in modo sistematico. Questo non solo aumenta i rischi per i pazienti, ma apre anche a gravi responsabilità giuridiche.

La responsabilità delle strutture sanitarie

Il tema della responsabilità medica è centrale nel dibattito sulle ICA. Già da anni la giurisprudenza italiana ha chiarito un punto fondamentale: in caso di infezione contratta in ospedale, è la struttura sanitaria a dover dimostrare di aver adottato tutte le misure preventive necessarie.

Questo principio, noto come “inversione dell’onere della prova”, è stato ribadito più volte dalla Corte di Cassazione. Significa che se un paziente sviluppa un’infezione nosocomiale, non è lui a dover dimostrare la negligenza dell’ospedale, ma è la struttura a dover provare di aver agito correttamente.

In mancanza di prove sufficienti, la struttura è ritenuta responsabile e tenuta a risarcire i danni subiti dal paziente. I risarcimenti possono includere spese mediche, danni morali, danni da invalidità temporanea o permanente e, in caso di decesso, il danno da perdita del rapporto parentale.

Verso un sistema più equo e sicuro

Il dibattito tenutosi a Firenze, promosso dalla Fondazione Italia in Salute, ha sottolineato l’urgenza di un approccio sistemico: prevenzione, responsabilizzazione e giustizia devono marciare insieme. Non si tratta solo di evitare il contenzioso, ma di migliorare l’intero ecosistema della salute pubblica.

Tra le proposte più concrete: l’adozione di un sistema nazionale di sorveglianza attiva delle ICA, l’obbligo di audit interni periodici, la trasparenza sui dati di incidenza delle infezioni nelle strutture e, soprattutto, un fondo nazionale per l’equo risarcimento delle vittime, sul modello francese.

Conclusione

Le infezioni correlate all’assistenza non sono “eventi sfortunati”, ma conseguenze spesso prevenibili di carenze organizzative, gestionali e strutturali. Riconoscerle come tali è il primo passo per una sanità più giusta e sicura. Una sanità che protegga i pazienti, tuteli i professionisti e assuma fino in fondo la responsabilità di ciò che accade all’interno delle sue mura.

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Sempre più persone stanno scegliendo di non affidarsi solo al servizio sanitario pubblico. Un italiano su tre dichiara l’intenzione di sottoscrivere una polizza salute, spinto dalla necessità di accedere più velocemente a visite mediche, esami diagnostici e cure specialistiche. Perché sta crescendo l’interesse? Le liste d’attesa del sistema sanitario nazionale sono spesso lunghe e incerte, anche per esami importanti. Di fronte a questa realtà, la polizza salute si rivela una scelta strategica per chi desidera: Ridurre i tempi di attesa Scegliere specialisti e strutture private convenzionate Avere copertura in caso di imprevisti sanitari Garantire assistenza sanitaria anche ai familiari Le garanzie più richieste Chi sceglie una polizza salute cerca soprattutto prestazioni concrete e immediate. Le garanzie più apprezzate sono: Visite specialistiche senza attese Diagnostica avanzata (TAC, risonanze, ecografie, ecc.) Ricoveri e interventi chirurgici coperti Rimborso di spese mediche e farmaci Telemedicina e consulti online Un investimento sulla tua serenità Sottoscrivere una polizza salute non è solo una scelta economica: è una forma di prevenzione attiva. Vuol dire mettere al sicuro il proprio benessere e quello della famiglia, con la tranquillità di sapere di poter contare su cure tempestive e su misura. Vuoi attivare anche tu una polizza salute? Se stai pensando di proteggerti con una copertura sanitaria privata, questo è il momento giusto per informarti. Esistono soluzioni personalizzabili in base all’età, allo stile di vita e alle esigenze familiari. Vuoi saperne di più o ricevere una consulenza gratuita? Contattami e ti guiderò nella scelta della polizza più adatta a te.
Autore: Luca Raja 4 aprile 2024
Guardiamo i dati forniti da uno dei principali quotidiani italiani per conoscere il grado di cultura assicurativa nel nostro Paese. Magari fosse vero! L’editoriale di Ferruccio de Bortoli sul Corriere della Sera di domenica 21 marzo 2021, con un titolo che non lascia molto spazio all’immaginazione, conferma purtroppo una realtà diversa: “Noi che siamo avversi ai rischi (perfino a quelli sbagliati)”.Colpisce che una grande firma giornalistica come quella di Ferruccio de Bortoli parli di rischi e di assicurazione. Nel suo editoriale prende le mosse da una macro analisi sui vaccini contro il Covid 19 per presentare al grande pubblico una fotografia della realtà italiana, ahimè, deludente: Il 78% delle abitazioni è ubicata in zona sismica eppure è assicurato solo il 4,8% Superati gli 82 anni di età il rischio di non autosufficienza è di un soggetto su tre eppure non ci si assicura Nel 2019 la spesa sanitaria privata era “al 90% sulle spalle delle famiglie, molte delle quali in seria difficoltà a sostenerla” Spendiamo per il gioco 6 volte di più di quanto non facciamo con le coperture assicurative Perché De Bortoli arriva a dire che gli italiani non solo sono “avversi ai rischi” ma lo sono “perfino a quelli sbagliati”? Perché, unendo i dati appena visti con i risultati di una ricerca pubblicata il giorno prima sulla stessa testata, rileva che solo un italiano su 10 sembra rinunciare a farsi vaccinare anche a fronte di alcuni fatti di cronaca che hanno intaccato il clima di fiducia generale sulla profilassi. Ma a questo “diffuso buon senso” dell’italiano medio fa da contraltare l’errata percezione che si ha sui rischi. L’ex direttore del Corsera evidenzia come la possibilità di un rischio grave a seguito di vaccinazione -1 su un 1.000.000- sia 53 volte più basso del rischio di un incidente stradale mortale e ancora più basso dell’incorrere in un incidente con un non-assicurato (3.000 casi su 1 milione).Se da una parte i dati sono allarmanti è positivo che la stampa nazionale li metta in evidenza. Siamo forse alle prime avvisaglie del “cambiamento culturale” che da anni auspichiamo, ma la realtà è ancora lontana,si preferisce spendere il proprio danaro in qualcosa di futile,avvolte inutile o magari pensare solo a risparmiare per chissà quale imprevisto,la verità è molto più semplice, con una piccola spesa si può garantire sia la tutela degli imprevisti che quella di se stessi e della propria famiglia, noi siamo assicuratori, ben volentieri assicuriamo i rischi di ogni individuo cercandone di carpire i bisogni e le sue esigenze creando la propria copertura ad personam,liberi poi di poter scegliere ma con la consapevolezza di aver avuto quell’informazione necessaria a valutare il tutto
Autore: Luca Raja 4 aprile 2024
Come capire il proprio orientamento Oggi parliamo dell’importanza di una scelta e di come questa possa determinare il presente e il futuro. Innanzitutto facciamo chiarezza sui prodotti e sul loro scopo, in primis parleremo del piano previdenziale. Questo strumento nasce oramai venti anni fa’ con la prima riforma Dini sulle pensioni. Usando i fondi pensione si può evitare di vivere una vecchiaia di stenti a causa della magra pensione pubblica. In Italia, le future pensioni dei lavoratori di oggi saranno basse, molto basse, e questo nonostante l’età pensionabile si sia alzata sempre di più. Ma quanto basse saranno queste pensioni? Se siete tra i fortunati che saranno in condizioni di andarci con 43 anni di contributi, la vostra pensione sarà circa il 70% dell’ultimo stipendio e questo non è nemmeno il caso peggiore. È dunque necessario risparmiare fin da subito per poter disporre, una volta in pensione, di un “tesoretto” che andrà ad integrare il magro assegno pubblico. Come fare per risparmiare? I prodotti giusti sono i fondi pensione. Grazie alle loro caratteristiche sono infatti la soluzione ideale per costruirsi quel risparmio necessario per garantirsi una vecchiaia serena. Cosa sono i fondi pensione ? Innanzitutto li dobbiamo distinguere in due categorie: Fondi Chiusi e Fondi Aperti. I fondi pensione chiusi sono legati al contratto collettivo di lavoro, e ogni settore ha il suo fondo. Un lavoratore dipendente, se vi aderisce, per poter avere il contributo del datore di lavoro deve sottoscrivere quello del suo settore: proprio per questo vengono chiamati anche fondi di categoria. I fondi pensione aperti sono invece destinati a tutti: lavoratori dipendenti e autonomi. Inoltre, ci sono anche i piani individuali pensionistici (Pip): non sono fondi ma un tipo di assicurazione con finalità pensionistiche, e tutti possono sottoscriverli, ed hanno Importanti agevolazioni fiscali con deduzione annuale dell’intero premio. Altra cosa da sottolineare è che con i fondi pensione puoi anche pagare meno tasse: i contributi versati nel fondo (qualsiasi fondo) sono infatti, deducibili per un importo massimo annuo di 5.164,57 euro (si tiene conto dei tuoi versamenti più quelli del datore di lavoro, non il Tfr). Abbattono il reddito imponibile e, quindi, le tasse che paghi anno dopo anno, ed è un risparmio non da poco. Ad esempio: versando il massimo deducibile di 5.164,57 euro con uno stipendio lordo di 70.000 euro, si possono risparmiare ben 2.117 euro di tasse ogni anno, pari al 41% di quanto versato. Inoltre, anche se si sono versati solo 100 euro e con uno stipendio di 20.000, il risparmio è comunque del 27% (versando 100 euro, se ne risparmiano 27 in tasse). Non male. Ora però veniamo anche alle condizioni meno favorevoli di questo prodotto. Al momento della pensione, avrai una tassazione sui premi versati per i quali hai goduto della deducibilità e pagherai un’aliquota compresa tra il 9% e il 15%, Inoltre durante l’ accantonamento non è possibile poter percepire anticipazioni se non per eventi importanti (acquisto /ristrutturazione prima casa o malattie gravi) o in caso di perdita del lavoro, e purtroppo c’è da sottolineare che sulle anticipazioni, a mio avviso, pesa una tassazione assurda (ben il 27%) che rende poco appetibile questa possibilità anche in caso servano necessariamente. Un altro aspetto importante è che il piano previdenziale, per avere un resa ottimale dovete cominciarlo da giovani, e non illudetevi che con una piccola spesa in età avanzata otterrete una rendita da capogiro, balle, il capitale va costruito nel tempo e soprattutto scegliete e fatevi consigliare una linea di investimento che a lungo capitalizzi bene il vostro sacrificio di risparmio. Ed è per questo che è sempre consigliato scegliere le compagnie più importanti che abbiano maggiore affidabilità e stabilità. In conclusione quando si aderisce ad un piano previdenziale bisogna ben fotografare pregi e difetti perché altrimenti si rischia di cadere dalle nuvole alla prima necessità, questo prodotto è molto importante per tantissimi motivi e gode di un importante recupero fiscale ma le regole sono molto rigide, in sostanza una volta versati, i vostri soldi li rivedete in età pensionabile. Il PAC piano d’accumulo assicurativo invece può essere forse il prodotto che si adatta meglio alle vostre esigenze? vediamo di capire. Oggi in materia di risparmio le nuove polizze vita (che di vita non hanno più nulla a parte qualche compagnia che si ostina a vendere prodotti misti) non sono più detraibili come una volta ma come detto non hanno più i vincoli a cui il cliente debba sottostare . Oggi i “PAC” di tipo assicurativo sono prodotti dinamici, che rispecchiano la società in cui viviamo, non hanno più una durata, ed è il cliente che decide quando terminare per obbiettivi o esigenze economiche, inoltre è possibile aumentare o diminuire la rata o versare dei fuori premio una tantum,ed infine hanno svariate linee di investimento che possono permettere di incrementare il vostro risparmio nel medio/lungo periodo. Come scegliere un piano previdenziale o un PAC? Semplice, ponderate con attenzione gli obbiettivi prefissati, dopodiché scegliete il prodotto che più si addice alle vostre esigenze e soprattutto alle possibilità, (l’ideale a mio avviso sarebbe di sottoscriverli entrambi ma come detto tutto dipende dalle proprie possibilità). In conclusione sono due ottimi strumenti, con un grande potenziale, per questo ricordatevi sempre che risparmiare in questi termini significa semplicemente rinunciare a qualcosa oggi per il vostro futuro, per una vecchiaia serena o mettere da parte un capitale per l’università dei vostri figli, quindi il vostro sacrificato risparmio deve essere il quanto più possibile investito nella maniera giusta e tutelato.
Autore: Luca Raja 4 aprile 2024
Oggi parliamo di polizze sulla salute, per tutti noi sempre un pensiero che puo’ portarci ad ansie e preoccupazioni. Nonostane con orgoglio ci possiamo fregiare tra i migliori sistemi sanitari al mondo(siamo quarti dopo Hong Kong, Singapore e Spagna)i problemi sono sempre enormi, anzi si sono aggravati. Gli ultimi 20 anni anni hanno visto un taglio in sanita’ molto impotrante per poratre lo stato al pareggio di bilancio, ovviamente questo ha creato non pochi problemi sulle prestazioni offerte ai cittadini.Basti pensare che i tagli alla sanita’ dal 1997 ad oggi hanno portato alla chiusura di ben 372 pronti soccorsi su 782 esistenti oggi ne abbiamo attivi 410, in pratica la meta, una follia’!! Un rapporto pubblicato di recente dai Nas,che hanno scandagliato le corsie degli ospedali,ci parla di medici ed infermieri privi della specializzazione di medicina d’urgenza, medici generici messi nei reparti diginecologia/ostetricia pur non essendo in grado di condurre un parto cesareo, medici in pediatria che facevano turni da 24 ore mettendo ovviamente a rischio la loro lucidita’! Non ne esce bene la sanita’ italiana da questa fotografia che si rispecchia perfettamente nei tempi biblici delle visite specialistiche ,per una visita ci si puo’ arrivare ad aspettare anche sei mesi e per una risonanza magnetica la media e’ addirittura 12 mesi.Le ultime fonti della ragioneria dello stato parlano di un spesa di ben 32 miliardi di euro spesi dagli italiani per e cure private, numeri che si commentano da soli. Negli ultimi anni,complice anche il covid che ha aggravato alcune carenze del sistema sanitario, abbiamo assistito al primo vero boom di iscrizione da parte dei cittadini verso le polizza sulla salute. Ora vediamo come scegliere una polizza sulla salute.Il mercato assicurativo si divide in tre settori:il primo sono i fondi sanitari integrativi,dedicati alle grandi aziende(quasi sempre private) che dedicano come benefit contrattuale una copertura salute per il dipendente ( estendibile con una piccola quota anche per i familiari a carico). Questo tipo di polizza spesso e’ la piu completa perche’ prevede oltre che le patologie pregresse anche le visite odontoiatriche ed oculistiche molto completa. Solitamente ce’ una piccola franchigia a carico dellassicurato ma il rimborso quasi sempre e’ all80% minimo.Inoltre il fonfo sanitario prevede ovviamente una rimbosro per le spese sotenute in caso diricobero/interventi/terapie,questo tipo di prodotto avvolte puo’ vincolare a dover aderire ai circuiti convenzionati.Il secondo prodotto e’ la polizza sulla salute,la piu’ comune,quella privata, a cui possono accedere i cittadini o lavoratori che non rientrano nel primo caso descritto.In questo caso il prodotto in questione si delinea oer un aspetto ben chiaro,si puo’ sottoscrivere dai primi giorni di vita fino ad un massimo di 70 anni (in alcuni casi 75 previa autorizzazzione delle compagnie di assicurazioni) ed un principio basilare per la sottoscrizione di questa polizza e’ che la copertura avra’ validita’ per tutte quelle patologie insorte posteriormente alla stipula della polizza,dunque tutto cio’ che e’ pregresso e’ escluso. E’ importante scegliere una soluzione assicurativa completa con visite specialistiche/alta diagostica e tutte le spese di ricovero, interventeo e terapie oppure scegliere la soluzione che copre solo gli interventi o addirittura solo i grandi interventi(in questo caso il costo della vostra scelta puo’ variare tantissimo,ovviamente anche con in relazioene alla nostra eta’). Che scegliate o no questa o quella formula, una polizza sulla salute e’ sicuramente un opportunita’ importante per poter avere visite specialistiche o accertamneti diagnostici in tempi molto rapidi,e’ importante perche’ possiano scegliere le migliori strutture ospedalire pubbliche e private(oggi i reparti solventi sono una realta’ che sara’ sempre piu’ radicata nel sistema sanitario, i reparti solventi sono reparti all’interno delle strutture pubbliche e private che a pagamento ci danno la possibilita’ di scegliere il professionista con cui vogliamo essere operati e avere un trattamento piu’ riservato ed idoneo al caso) inoltre la medicina compie anno dopo anno sempre passi da gigante nella scoperta di nuove tecniche operatorie, trattamento, cura ed intervento della patologia e quando ci troviamo difronte la possibilita’ di non poter scegliere o accedere a questi privilegi una polizza sulla salute fa’ davvero la differenza!In ultimo sul mercato assicurativo abbiamo o le mutue assicurative, sono particolari societa’ mutualistiche operanti nel settore nelle quali l’assicurato diviene socio presso la societa’ e la sua figura si estingue con la cessazione della copertura.Isoci assicurati sono tenuti al pagamento dei contributi fissi o variabili. Caratteristiche peculiari delle mutue assicurative e’ che molto spesso non vi siano vincoli di eta’ e sono a vita intera, le spese di cura o di intervento devono essere obbligatoriamente svolte presso i network affiliati alla societa’. In conclusione il mercato offre soluzioni per ogni esigenza e per tutte e tasche,non sempre per fare una polizza sulla salute bisogna spendere cifre impossibili,e’ molto importante pero’ capire con attenzione la polizza e fare attenzione che vesta a pennello,non possono essere concepiti errori, la polizza deve rispettare le vostre esigenze di copertura e capire bene e con attenzione le formule che vi propongono considerando franchige,massimale,scoperti e tempi aspettativa. Affidatevi ad un consulente, che vi segue, sconsiglio di fare queste polizze online perche’ l’aiuto di una persona che possa darvi una mano nella scelta della polizza e nella gestione e’ importante, non fatevi mettere pressione nella scelta ma siate liberi da vincoli, cercate di leggere e capire cio’ che vi stanno proponendo e se possibile durate annuali,la liberta’ di poter cambiare e’ importante.Per tutto il resto come sempre potete chiedere ovviamente consiglio a me, saro’felice di potervi aiutare e magari avervi tra i miei clienti, buona salute a tutti
Autore: Luca Raja 4 aprile 2024
Oggi parliamo della polizza vita (o di fatto la polizza caso morte). L’innominata dagli Italiani, che sono profondamente scaramantici. Per fortuna pero’ anche la cultura assicurativa nel nostro paese sta piano piano cambiando. Questa polizza e’ a mio avviso, una polizza che non dovrebbe mai mancare tra le assicurazioni in famiglia, soprattutto quando si hanno delle grandi responsabilità come figli minori o persone che dipendono interamente da noi. Credo che a volte perdiamo di vista un punto veramente importante, la nostra nascita è un dono, soprattutto se vissuta in piena salute, viviamo la nostra gioventù in spensieratezza, poi mettiamo su famiglia, un altro passo importante della nostra vita e indipendentemente se poi alcuni matrimoni naufragano, ma quello che resta sono i figli, ed essere genitore significa anche avere intrinseche un bagaglio di ansie e paure da affrontare. Un modo per risolvere queste enormi ansie e paure c’è, si chiama Polizza sulla Vita.  Analizzando in maniera sintetica le spese che mediamente affronta una famiglia, (mutuo, prestiti, rate della macchina etc. ) e cerchiamo di capire, se con il proprio reddito, in caso di prematura scomparsa del proprio compagno/a o addirittura di noi stessi, siamo in grado di gestire appunto le suddette spese, vedremo che quasi sicuramente oltre a dover affrontare la tragedia del lutto con e le relative sofferenze, vi si aggiungerà anche quella di dover sopperire alle diverse difficoltà economiche che non solo incideranno sul presente ma cambieranno per sempre anche l’assetto del proprio futuro, soprattutto di quello dei figli, che, probabilmente, si vedranno costretti a rinunciare anche agli studi ( università nei casi più rosei ) per aiutare la famiglia. E poichè una polizza caso morte non ha un costo impossibile, spesso con una spesa minima ce va all’ incirca dai 20/30 -40 euro mensili si riesce ad assicurarsi per un capitale importante, capiremo che è un atto dovuto per proteggere noi ed i nostri cari. Visto che abbiamo anche accennato sopra dei mutui, un altro consiglio, è quello di assicurarsi nel caso della stipula di un mutuo appunto, di capire se saremo in grado di coprire l’intera spesa dell’ importo, perchè in caso di mancanza di uno o dell’altro compagno, non dobbiamo assicurare solo il 50% del debito residuo, ma tutto, perché chi resta, avrà sulle spalle l’altro 50% del mutuo. Approfondendo sempre le polizze caso morte legate ai mutui, non fatevi ingannare dalle banche, soprattutto non fatevi prendere per la gola, perchè alcuni istituti bancari, obbligano, alla stipula, dei prodotti assicurati presso la loro filiale, in caso contrario, vi fanno intendere che non vi concederanno il mutuo.. Niente di piu’ falso, questa è una forzatura che andrebbe denunciata a gli organi competenti, spesso vi faranno pagare il doppio o addirittura il triplo o anche di più per garanzie importantissime, ben vengano, ma che si potevano acquistate ad un terzo della spesa(le polizze vengono caricate di garanzie accessorie spesso inutili e costosissime)Tornando dunque al tema principale di questo articolo è che la polizza “VITA” non è un argomento che debba suscitare superstizione e scaramanzia ma bensì è il più grande atto d’amore che si possa fare nei confronti di chi amate, chiunque sia, lo state esprimendo con i fatti ,che, in caso di un evento negativo, fate in modo che quantomeno la vita vada avanti cercando di sopperire alle enormi difficoltà economiche che l’evento ha inevitabilmente scatenato, ognuno può dignitosamente continuare la propria vita senza far mancare nulla a nessuno e magari il sogno di un figlio di conseguire una laurea o di mettersi in proprio sarà comunque realizzato. La vita è un bellissimo cammino ma nessuno di noi sa con certezza nulla di quello che potrà accadere, in fondo se ci pensate, spendiamo tanti soldi inutili in cose o servizi inutili, un gesto d’amore come una polizza sulla vita ha un costo piccolissimo, la serenità di sapere di non aver lasciato i propri cari in difficoltà non ha prezzo
Autore: Luca Raja 4 aprile 2024
Doveva arrivare cinque anni fa subito dopo la legge 24 sulla sicurezza delle cure che ha rivisto la responsabilità sanitaria. Ma il decreto attuativo che individua sia i requisiti minimi delle polizze sia le regole per le strutture che si auto-assicurano è ancora ai tavoli ministeriali. O meglio, sarebbe appena uscito dai box, se per box si intendono un primo tavolo del Ministero dello Sviluppo (dicastero cui spetta emanarlo) con l’associazione delle compagnie assicurative Ania, i broker, le aziende sanitarie di Fiaso e Federsanità, d Aris ed Aiop, ed un passaggio di concerto con i ministeri di Salute ed Economia. Potremmo vederlo a primavera, o anche prima. Rispetto alla versione ventilata un anno fa, viene stralciato l’obbligo per il medico di totalizzare una percentuale di crediti formativi minima per assicurarsi la responsabilità civile: ora tale obbligo si trova nel decreto legge per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (152/2021), secondo cui, a decorrere dal triennio formativo 2023-25, il professionista per essere assicurabile dovrà aver totalizzato il 70% dei crediti del fabbisogno Ecm. Il decreto detta anche le regole per il subentro delle compagnie, e la messa a bilancio dei fondi di rischio e di riserva per i risarcimenti. Vediamone l’evoluzione, ricordando che la legge 24/2017 modifica la posizione di dipendenti e convenzionati (la loro responsabilità in caso di sinistro si “declassa” da contrattuale ad extracontrattuale mentre resta contrattuale per strutture e liberi professionisti), pone l’onere di provarne la responsabilità a carico dell’accusa, ed abbrevia il periodo di prescrizione, da 10 a 5 anni. Oggetto – L’articolo 3 istituisce un obbligo di assicurare le strutture pubbliche e private per coprirne la responsabilità contrattuale e risarcire danni – patrimoniali e non – causati da morte, lesioni personali, distruzioni e deterioramento di beni cagionati a utenti e professionisti a causa di dolo o colpa grave del personale in esse operante, includendo attività di ricerca, formazione e telemedicina. Nel personale sono inclusi i collaboratori presenti nella struttura, i “non assunti”. Altresì l’assicurazione è tenuta a coprire i professionisti per danni cagionati a terzi. Rivalsa – L’assicurazione deve valere anche per la responsabilità amministrativa per danno erariale cagionato dal sanitario o quando la struttura che deve risarcire si rivalga su quest’ultimo. In caso di responsabilità solidale dell’assicurato, la polizza deve prevedere la copertura della responsabilità per l’intero (salva la successiva possibilità di recuperare quota parte dai condebitori in solido). A seconda della “sinistrosità” del sanitario, e del rispetto del fabbisogno formativo, ad ogni rinnovo è prevista la variazione in aumento o in diminuzione del premio assicurativo. Massimali – All’articolo 4, il testo in elaborazione individua per ogni classe di rischio un massimale per sinistro minimo che va da un milione di euro da assicurare per gli ambulatori a 2 milioni per Rsa, ambulatori di strutture sanitarie, fino a 5 milioni – e non più 4 come un anno fa – per i servizi ospedalieri più impegnativi come chirurgia, ginecologia, anestesia, ortopedia e parto. Il massimale da coprire per ciascun anno non può essere inferiore al triplo del massimale per sinistro. Per i professionisti il massimale minimo per sinistro scende a 2 milioni per le classi di rischio più elevate come chirurgia, ortopedia, ginecologia, anestesia e parto mentre per il resto è un milione. Coperture – L’assicurazione opera con formula claims-made, coprendo i sinistri denunciati per la prima volta nel corso della sua vigenza, è ultrattiva per 10 anni dalla cessazione dell’attività ed estensibile agli eredi. L’assicurato deve dare notizia del sinistro alla sua compagnia entro 30 giorni dacché è operante la denuncia di sinistro. La compagnia può recedere dal contratto a polizza in vigore solo se il sanitario già condannato (art 5) reitera una condotta gravemente colposa e ciò è attestato da sentenza con condanna definitiva. Trasparenza – Vanno pubblicati su sito web della struttura i dati di tutti i risarcimenti erogati negli ultimi 5 anni. L’assicurazione può non risarcire al danneggiato fatti non oggetto di copertura, richieste fuori periodi di copertura, franchigie o in caso di mancati pagamenti del premio. Auto-ritenzione del rischio – Gli ospedali potranno anche auto-assicurarsi ma dovranno istituire un centro di gestione unitario del rischio (CGU) ed istituire un Fondo Rischi per coprire i sinistri prevedibili al termine dell’esercizio dato il volume di prestazioni offerte e un Fondo Riserva Sinistri calibrato sulle situazioni per le quali alla struttura è già pervenuta richiesta di risarcimento. Per la copertura di questi fondi con risorse proprie verrebbero dati due anni di tempo, anziché uno com’era contemplato in origine. Per la gestione e previsione del rischio ogni struttura deve garantire competenze minime obbligatorie: medicina legale, loss adjusting, ufficio legale e risk management con possibile addetto alla stima dell’entità dei fondi. Occorrono un processo continuo di valutazione dei rischi ed un piano annuale di identificazione delle situazioni da cui possano originarsi sinistri e richieste di risarcimento. Prospettive – Subito dopo il decreto sui requisiti delle polizze se ne attendono uno che disciplini la vigilanza dell’Ivass sulle compagnie assicuratrici ed uno sui dati da inserire nelle polizze, da conferire all’Osservatorio nazionale buone pratiche e sicurezza in sanità; infine, va istituito il fondo di solidarietà per ristorare i pazienti che non possono ottenere il risarcimento (per massimali non sufficienti o fallimento della compagnia) e coprire i liberi professionisti con problemi ad assicurarsi.
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Autore: Luca Raja 26 febbraio 2024
Nell’anno corrente, l’ospedale di Roma Tor Vergata si è trovato al centro di un scandalo che ha scosso profondamente il sistema sanitario e la comunità locale. Un batterio mortale, noto come klebsiella, si è diffuso rapidamente nelle corsie dell’ospedale, mettendo a rischio la vita dei pazienti e sollevando gravi preoccupazioni per la sicurezza e la qualità dell’assistenza sanitaria fornita. Le indagini hanno portato a individuare tre sanitari, un medico, un’infermiera e un tecnico di laboratorio, ritenuti responsabili della diffusione del batterio all’interno dell’ospedale. Questi professionisti erano incaricati di seguire le procedure di controllo delle infezioni, ma sembrano aver commesso gravi negligenze che hanno favorito la proliferazione del batterio. Le conseguenze giudiziarie non si sono fatte attendere e i tre sanitari sono stati sottoposti a processo per l’epidemia di klebsiella. Le accuse mosse nei loro confronti includono negligenza professionale e lesioni colpose. L’intera comunità locale è rimasta sconvolta e preoccupata per il fatto che coloro che avrebbero dovuto garantire la sicurezza e il benessere dei pazienti abbiano invece contribuito alla diffusione di un batterio potenzialmente letale. Il processo ha suscitato un acceso dibattito sulla responsabilità individuale e la necessità di una maggiore supervisione e controllo all’interno degli ospedali. Si è discusso anche dell’importanza di investire risorse nella formazione e nell’aggiornamento costante dei professionisti sanitari per evitare futuri incidenti simili. Le conseguenze giudiziarie sono ancora in corso e l’esito del processo sarà fondamentale per stabilire chiaramente le responsabilità individuali e trarre insegnamenti per migliorare la gestione delle infezioni negli ospedali. Questo tragico episodio ha messo in evidenza l’importanza della sicurezza e della tutela dei pazienti all’interno del sistema sanitario. È fondamentale che vengano attuate misure adeguate per prevenire la diffusione di batteri o infezioni all’interno degli ospedali, e che i professionisti sanitari siano adeguatamente formati e responsabilizzati nella gestione di tali situazioni.  L’ospedale di Roma Tor Vergata è ora impegnato in un profondo processo di cambiamento e revisione delle politiche e delle procedure interne per garantire una maggiore sicurezza e tutela sia per i pazienti che per i professionisti stessi. Questo rappresenta un cambiamento significativo che si tradurrà in un impatto positivo sulla qualità dell’assistenza sanitaria fornita e sul sistema sanitario nel suo complesso. L’epidemia di klebsiella all’ospedale di Roma Tor Vergata rimarrà come un triste evento nella storia sanitaria locale, ma la speranza è che possa portare a una maggiore consapevolezza e azione per prevenire simili incidenti in futuro e garantire la sicurezza dei pazienti.
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